Una tomba dipinta di guerriero a Nola
Nell’ottobre 1977 durante i lavori di scavo di una fognatura (Istituto Autonomo Case Popolari) a nord-est della città di Nola, in prossimità della strada per Casamarciano è stata segnalata e esplorata una sepoltura di notevole interesse e pregio. Si tratta di una cassa di tufo abbastanza ben conservata ma depredata in antico dal suo corredo. Come è noto Nola è stata una miniera inesauribile per i principali Musei europei nel corso del Settecento e dell’ Ottocento. La tomba era stata scavata in profondità (poggiava sul banco di tufo giallo) e attraverso la spessa coltre vulcanica delle Pomici di Avellino . La cassa era costituita da 10 lastre di tufo giallo. Sembrerebbe una sepoltura isolata , “forse da ricollegare – secondo Stefano De Caro, a cui dobbiamo l’accurata pubblicazione, ad una strada extraurbana o ad un praedium della famiglia dell’inumato”.
Sulla lastra corta N era raffigurato un grande scudo circolare da dove emerge la testa di un cavaliere, giovanile e imberbe. Il guerriero reca sulla testa un elmo a calotta con bottone sull’apice, corna ricurve all’interno collegate tra loro da una banda marrone scuro .La corna sinistra è dorata (per evocare il bronzo), quella destra blu (per evocare il ferro). Per proteggere il volto, paragnatidi a pelta. E’ raffigurato un cavallo di profilo a sinistra. Dei fori nella lastra indicano che vi erano appese delle ghirlande. Sulla lastra lunga Est: un cavaliere con suo scudiero. Lastra corta Sud. Uomo completamente ammantato da un himation giallo segnato da larghe bande di colore giallo scuro-marrone. Sulla lastra lunga Ovest vi è raffigurato un corteo di due donne. Ambedue recano un oggetto: quella a destra, reca uno skyphos a vernice nera e un ramoscello verde nella mano destra e un’ oenochoé a vernice nera nell’altra mano, la seconda donna a sinistra ha nella mano destra uno skyphos a vernice nera e un ramoscello verde e una tenia nell’altra mano. Nel campo decorazioni con ghirlande.
L’opera è stata eseguita da due mani, da due pittori diversi. Il primo un “vero maestro”, il secondo era forse un”apprendista” assai meno esperto. Viene datata 330-320 a. C.