S. Paolo Belsito - La collina e la Villa Montesano

Come i colli di Cicala e della Vigna, la collina di Montesano (80 m sul p.d.c.) è stata frequentata nel periodo protostorico e senza dubbio nel Bronzo antico. Forse un tempo il nome era Monte Santo a causa di qualche santuario edificato sull’altura.

Villa Montesano è indubbiamente l’edificio più antico di S. Paolo Belsito. Edificata verosimilmente  tra il XVII e il XVIII  in alto della collina,  era in origine una casa di riposo  gestita dai Gesuiti, giunti a Nola nel 1558, per opera della Contessa di Nola Maria Sanseverino, moglie di Enrico Orsini. A seguito dell’espulsione dei Gesuiti dal Regno di Napoli per volere di Ferdinando IV di Borbone, la Villa fu acquistata dalla famiglia Della Valle. Successivamente il maestoso  edificio fu di proprietà dei Mastrilli dagli anni Trenta del Seicento; poi passò per il matrimonio  di Donna  Giovanna Mastrilli Pignatelli alla famiglia Capecelatro all’inizio della seconda metà di Seicento. La proprietà e il palazzo rimarranno alla famiglia Capocelatro fino all’inizio del XIX sec. Nel 1910 e nel 1913 i beni ebbero altri proprietari.  Sembra che durante la Grande Guerra, dopo Caporetto, la villa venne requisita per ospitare profughi friuliani scapati dal fronte.

Durante l’ultima guerra,  molti documenti tra i più preziosi  dell’Archivio di Stato di Napoli, alcune opere del Museo Filangieri  ed altri atti importanti vi furono nascosti nella villa, nella volontà di metterli al sicuro. Nel dicembre del 1942 furono trasportate 866 casse di legno ed anche materiale non imballato. Esiste una lettera del Soprintendente Riccardo Filangieri al Comando Militare Germanico in Nola per preservare dalla distruzione i documenti trasferiti a San Paolo Belsito  (29 settembre 1943). All’epoca la proprietà era della famiglia Contieri. Tuttavia, un incendio appiccato dai soldati tedeschi in ritirata (30 settembre 1943)  - si parla di solo 2 soldati! –distrusse gli insostituibili documenti, assieme alla Villa.  L’opera di distruzione fu sistematica: furono posti  agli angoli e nel centro di ciascuna sala fasci di paglia e polvere pirica.

Oggi l’edificio aristocratico seicentesco dopo un grave stato di abbandono durato vari decenni, è stato completamente trasformato in una location per matrimoni. I cambiamenti (piscina, giardino) non hanno in nessun modo alterato la nobiltà dell’antica e imponente struttura.