Necropoli sannitica località Tirone
Durante i lavori per la costruenda autostrada, furono mesi in luce parte di un vasto sepolcreto (1972). Si trattava di tombe ad inumazione in cassa di tufo databili al IV sec. a. C. circa con copertura piana e a doppio spiovente, di sepolture alla cappuccina e in fossa terragna. Alcune tombe a cassa erano con ricco corredo (cinturoni, fibule ed anelli di bronzo e ceramica acroma e a vernice nera).
Ai corredi appartenevano anche un’oinochoe di vetro blu e gialla e lacrimatoi pure in vetro.
Nel 1995 l’indagine preventiva nella proprietà Iovino in vista della creazione di una grande scarica, si potete indagare il proseguimento della necropoli evidenziando altre sepolture dello stesso tipo.
Nel 1972 durante i lavori di costruzione dell’autostrada Caserta-Salerno, venne individuato un vasto sepolcreto di epoca sannitica su un’ampia superficie (circa 1000 m²), che si sviluppava tra via Cupa Miano, via Toriello, via Ponte di Napoli e via Vicinale Novesche.
Ulteriori tombe vennero indagate nel 1995, nel corso dei lavori di ampliamento dell’adiacente discarica.
Le sepolture ad inumazione, databili al IV secolo a.C., erano del tipo a cassa di tufo grigio o giallo con copertura piana o a “dorso d’asino”; alla “cappuccina”), tipologia che prevedeva tegole disposte inclinate a doppio spiovente, a simulare il tetto di un’abitazione; a fossa “terragna” rettangolare con gli angoli arrotondati.
Le sepolture, poste ad una profondità di 4-5 metri da piano di campagna, erano prevalentemente orientate est-ovest, poche in direzione nord-sud. Una delle tombe a cassa di tufo era affrescata con motivi a festoni che, poco dopo l’apertura della tomba, a contatto con l’aria si stemperarono.
Tra gli arredi funerari rivestono particolare interesse due cinturoni di bronzo, vasi a figure rosse. Corografia della zona del ritrovamento delle tombe motivi ad onda, lekithoi in terracotta con decorazione reticolata , piatti, kylikes, anellini, fibule, coppe a vernice nera, semplici o con decorazione a “becco di civetta” , ariballoi, lacrimatoi in pasta vitrea e boccali monoansati. La presenza di oinochoai di vetro blu, finemente decorate in oro, testimonia contatti con le colonie greche. In un primo momento i corredi tombali insieme ai vasi d’impasto dell’età del Bronzo antico furono conservati nella stazione dei Vigili Urbani di Palma Campania, ma alcuni dei reperti furono trafugati e ancora oggi dispersi.
Il materiale archeologico recuperato nelle successive fasi di scavo fu trasportato nell’Antiquarium di Castellammare di Stabia e al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
La necropoli indica la presenza di un insediamento abitativo, che non è stato ancora individuato.
Il Rilievo planimetrico con orientamento delle tombe rinvenimento di armi in metallo, cuspidi di lancia e pugnali in ferro, cinturoni in bronzo, rimanda alla presenza di guerrieri nella comunità sannitica individuata a Palma Campania.
La scoperta è significativa, se si tiene conto della posizione geografica del territorio, posto tra le antiche città di Nuceria Alfaterna e Nuvla (Nola), e dell’importanza degli equites campani durante le guerre sannitiche.