Camposauro

La presenza di siti riferibili alla facies di Palma Campania ubicati a quota piuttosto elevata suggerisce uno sfruttamento di queste alture solo per un periodo limitato dell’anno, quando gli animali erano condotti al pascolo estivo.

Già dagli anni '30 del secolo XX, il rinvenimento di strumenti in selce e di resti di vasi d’impasto, in località "il Campo", una estesa conca chiusa con il fondo piatto a circa 1000 m, circondata da cime più alte di 100-200 m., sulla sommità del Monte Camposauro (massiccio del Taburno), aveva destato l’interesse del Soprintendente di A. Maiuri, che fece alcuni sopralluoghi. La successiva raccolta (1946) di nuovi reperti (un vaso d’impasto, un raschiatoio, un coltello e due cuspidi di frecce) che sembravano essere inseriti in uno strato arenoso bruciato, forse il pavimento di una capanna, e altre segnalazioni lo spinsero a fare intervenire nella zona, con saggi di scavo, un suo giovane ispettore, G. Buchner (1950). Ma i 14 saggi aperti rivelarono ben presto che il livello preistorico era ormai andato distrutto e che nulla di eventuali strutture sembrava essersi conservato.

La ceramica rinvenuta si limita ad un gruppo di vasi dalle forme aperte (tre tazze carenate d’impasto, una scodella profonda con ansa verticale impostata sul corpo) e chiuse (un grande vaso biconico monoansato, un boccale con ansa a nastro appena sormontante, una grande olla ovoide, un’olletta ovoide con prese rettangolari forate con due buchi ed un’olla ovoide con decorazione a squame che si sviluppa in una larga fascia sotto l’orlo digitato). Ingenti sono gli strumenti litici in selce di varie provenienze raccolti sull’area del “Campo” nel corso delle varie ricognizioni condotte dal personale di custodia.

I reperti sembrano riferirsi principalmente a due momenti cronologici e culturali diversi. Al periodo più antico, ancora eneolitico, può essere riportato lo strumentario in selce definito e l’olla decorata a squame su parte del corpo, mentre alla fase del Bronzo antico devono invece essere ricondotte le tazze, le olle biconiche ed ovoidi, nonché la scodella. Difficilmente attribuibile rimane il boccale a profilo leggermente sinuoso, convesso sotto l’orlo e concavo verso il basso, con ansa verticale a nastro appena sormontante. Il materiale litico tra cui un’ascetta e un piccolo pugnale, l’olla rusticata potrebbero essere riferiti ad una frequentazione di gruppi eneolitici, forse appartenenti alla facies del Gaudo.