Acquedotto augusteo

I resti dell’acquedotto costruito in età augustea per consentire l’approvvigionamento idrico della flotta romana ancorata nel porto di Miseno sono ben riconoscibili in varie zone del territorio.
Il condotto giungeva interrato in località Torricelle da cui proseguiva verso la località Tirone, e quindi per San Gennaro Vesuviano, Piazzolla di Nola e Santa Maria del Pozzo a Somma Vesuviana.

Lo si può seguire in altre varie località (Pomigliano d’Arco, Casalnuovo, Afragola, San Pietro a Patierno, ecc.) fino a Napoli, dove è ancora visibile in località Ponti Rossi. In seguito si divideva in due rami: uno che approvvigionava la città di Napoli, attraverso Porta di Costantinopoli, e l’altro che, passando sotto Sant’Elmo, attraverso la collina di Chiaia giungeva ad Agnano prima di proseguire per Pozzuoli e Bacoli dove terminava il suo percorso nella Piscina Mirabilis.
A Palma Campania (località Tirone) sono leggibili le diverse tecniche costruttivi utilizzate (a condotta poggiante su archi, i cui piloni in alcuni punti sono rinforzati da contrafforti; a muratura piena, interrata, con sviluppo non lineare e a gomito; a condotta a vista poggiante su fondazione in massicciata di pietrame)

Secondo alcuni studiosi, tra cui il Lettieri e il Beloch, da Palma in località Torricelle, dal condotto principale avevano inizio altri due rami diretti uno verso Pompei e l’altro verso Nola.