Palazzo Ducale già noto come Palazzo Aragonese

Il Palazzo Ducale, conosciuto come Aragonese, a partire dalla fine del XV secolo, fu la sede dei feudatari che si avvicendarono nel corso dei secoli nel Feudo di Palma.
Il palazzo, acquistato dai Della Tolfa dai sovrani aragonesi nel 1529, fu da loro ampliato e abbellito con importanti opere d’arte, come il mirabile pavimento maiolicato con mattonelle polimorfe realizzate in loco creato da Mastro Pietro da Aversa, e gli otto medaglioni in ceramica maiolicata invetriata di produzione napoletana.
Anche i feudatari che si susseguirono nella proprietà investirono notevoli risorse nel restauro e nell’abbellimento del palazzo.
Nel 1828, i baroni Compagna, acquistarono il Palazzo e il feudo di Palma dai Saluzzo di Corigliano.
Agli inizi del 2000, l’ultima erede, quando fu trasferita in una casa di riposo per anziani, era ancora proprietaria di due ampi saloni a primo piano e sovrastanti sottotetti di copertura.
Il portone d’ingresso al palazzo, costituito da una semplice cornice di piperno, è sormontato dallo stemma della famiglia Compagna, raffigurante un leone rampante.


Durante la Seconda guerra mondiale il palazzo fu occupato da militari tedeschi, e dopo la liberazione, da militari dell’esercito alleato.
Alla fine della guerra divenne dimora di famiglie di sfollati che avevano avuto le case distrutte dai bombardamenti.
Dal 1950 al 1970 il Palazzo Ducale ha rifornito con assiduità il mercato antiquario napoletano e nazionale. Si conservano presso collezionisti napoletani alcune pregiate maioliche di Mastro Pietro d’Aversa.
Il Gruppo Archeologico Terra di Palma ha ricevuto in promessa la donazione di alcune di queste maioliche, che si augura possano essere accolte quanto prima in un museo civico locale.
Attualmente alcuni esemplari sono esposti al Museo della Ceramica di Faenza e al Museo Archeologico Nazionale di Nola.
L’edificio, nonostante sia sotto la tutela della L.1909 n.364 e sia stato dichiarato monumento nazionale, attende ancora un restauro che lo riporti al suo originario aspetto.

L’ing. Sorrentino, presidente del Gruppo Archeologico Terra di Palma,  riporta la testimonianza di “vecchi muratori che raccontano che, nello scavare un pozzo nell’ex giardino del Palazzo”, individuarono un ambiente (a circa 10 m. di profondità) dove erano “maestosi vasi attici dipinti con miti greci”. Si potrebbe trattare di una grande tomba a camera del V sec. a. C.